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Il Lago di Como

  • Immagine del redattore: #
    #
  • 22 apr 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 28 apr 2018

Là dove il bagliore del lampo

squarcia il crepitio del tempo,

come un vandalo venuto dal freddo,

il ghiacciaio rompe la roccia.


Spacca il profilo delle montagne

l'incisione profonda dei ruscelli

che rigurgitano l'acqua disperata

che la quiete del lago abbraccia.


Come un mantello di velluto

faggete e pinete e betullaie

degradando avvolgono i dirupi

addolciti dai pascoli verdi.


Muri a secco di sasso squadrato

sostengono stanchi i terrazzi,

sornioni trattengono il fiato

nel sopore di un mondo fatato.


Cangiano i colori dell'acqua,

smeraldo e turchese e zaffiro,

sotto le nubi spumose di sole,

appena le nebbie alzano il velo.


Risalgono le rande il Tivano,

garrule le prue fendono l'onda,

le sartie tinnano alla brezza,

cambia il bordo ad ogni sponda.


Il giorno arriverà che andrò via,

quel giorno lascerò il mio lago,

se vi accorgerete di una scia,

rossa, il mio cuore vi annega.




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