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Attenzione il racconto è scritto con "modus vivendi" del 1952 TROTE DI MONTAGNA 1

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  • 18 mag 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

IL Martina aveva comperato una Topolino giardinetta usata, grigia, che era una meraviglia.

Lui la usava per lavoro: portava in giro le piastrelle della ditta di suo fratello.

Un giorno mi fa: “Domani andiamo a pescare, diglielo anche il tuo amico Poldo, che andiamo in montagna! Dai, ci vediamo in cortile alle tre!”

Noi lo sappiamo bene com’è il mestire, più vai in alto e più c’è acqua.

Perché il torrente quando va in secca, nel lago non ne arriva più di acqua, ma più sali e più di acqua ce n’è: belle pozze, sorgenti e mastelli pieni dove le vacche vanno a bere.

Il Poldo arriva alle tre con lenza, sibbio e fiocina, e io prendo anche il carburo,che non si sa mai!

Appena ci vede, il Martina si mette a ridere e fa: “… Ma va che stronzi, mica fiociniamo le trote, o mettiamo le bombe noi, che cazzo?… Mi dovete solo aiutare!”

Molliamo tutto, saltiamo sulla giardinetta, e via su per il monte Bisbino.

Il problema è che non riuscivamo ad avvicinarci abbastanza alle pozze dei torrenti con la giardinetta. Ma poi il Martina, a un certo punto si ferma in un viottolo, scarica un rotolo di cavo elettrico lunghissimo, e va fino a una pozza bella grande. E’ un filo doppio, e dice: “Quando grido “ DAI!” voi mettete i cavi nell’acqua della pozza, capito?” e torna alla macchina.

Si sente da lontano che porta il motore della giardinetta al massimo, poi grida “DAI”!

Noi allora mettiamo nell’acqua i due cavi, c’è uno sfrigolio di corrente, e dopo poco ecco che vengono a galla fulminati e storditi una miriade di pesci grossi e piccoli, rane rincoglionite e pure dei rospi.

Dopo un po’ torna il Martina.

“Dai raccogliete i pesci!” fa lui.

La pozza è bella larga e poco profonda, i pesci stanno pancia all’aria e i più grossi sono in mezzo, e non ce la facciamo a prenderli da riva.

“Salta dentro Poldo, dai!, vai prenderli, porca Eva!” fa impaziente il Martina.

Dopo un attimo d’esitazione il Poldo si spoglia nudo come un verme, e salta dentro la pozza, recupera tutto il pesce, poi esce e si riveste.

Con un paio d’ore di lavoro facciano un 6 / 7 Kg di trotine di montagna che sono una delizia, più diverse rane e un paio di rospi.

Torniamo, e il Martina ci dà un chilo di pesce a testa come nostra parte. Al Poldo vedo che gliene da un po’ di più, le rane se le tiene lui … e anche i rospi, che una volta pelati non s’accorge nessuno che non sono rane!

Ci lascia in cortile, dove troviamo il Cico che è il fratello maggiore del Poldo, al quale mostriamo i pesci con orgoglio, e il Poldo gli racconta come li abbiamo presi facile.

Il Cico guarda suo fratello con disprezzo e poi fa: “Bravo! … Così gli ha fatto vedere il culo!?”

Il Poldo arrossisce di brutto e fa : “Ma cosa c’entra?...”

E il Cico: “C'entra, c'entra!… Ci sarà pure una motivo se lo chiamano “Martina” no ?…. Ma allora sei proprio scemo, fratello! Quello è peggio del prete di Rovenna … quello che tutti chiamano Don Seghino! Il Martina è un gran culattone, micidiale, s’inchiappetta tutto quello che si muove, cani, capre, galline, anatre e cretini come te, non lo sai? Va' là che hai corso un bel rischio...”

Gli sorride. Poi prende le trote, anche le mie, e se ne va, tutto contento!

E io e il Poldo restiamo lì, come due stronzi.

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