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LA MAGIA DEL MIO LAGO

  • Immagine del redattore: #
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  • 2 ago 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

Specchio del cielo è il mio lago

ed io mi sento il suo mago,

sempre lo guardo andando per via

ad ogni sospiro di malinconia.

Nei monti smeraldini, turchese,

maestro di colore cortese,

sulla tavolozza i suoi pigmenti

sciolgono nel cuore i sentimenti.

Il profilo dei monti è l'orizzonte,

il mistero remoto del presente,

il suono delle campane rimbalza

e rompe il silenzio di ogni balza.

Frullano gli elfi fra i rami dei castagni

giocando a nascondino coi compagni,

incomincia il concerto dei fringuelli

al gorgheggio bizzarro dei ruscelli.

Si svegliano i borghi di montagna

con la tenue luna che si lagna

di lasciare il suo buio proscenio

al sorgere del nuovo luminoso genio.

Si aprono le ante delle finestre,

come il sincrono di tante giostre,

nelle contrade grigie delle borgate

merlettate di pietre squadrate.

Cercando fra i vecchi odori dell'aria

ho trovato nascosta la “vecia ostarìa”,

sudato e stracciato come un facchino

ho bevuto in fretta un bicchiere di vino.

Allora ho sentito un prurito dentro.

Mi sono grattato l'anima, in centro.

E' uscita la coscienza, con le mani in tasca,

pulita, mai usata, la mia natura comasca.

Questo è il silenzio rumoroso del lago,

quello strano che mi fa sentire un mago,

dove sempre ci vado con il cuore

ad aspettare, in fondo, là, dove si muore.


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