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BITCOIN (prima parte)

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  • 21 giu 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Dopo aver spiegato la nascita del BITCOIN,proseguiamo

il nostro articolo, spiegando come si mina il bitcoin (ovvero come si avviene in possesso)


Una guida per muovere i primi passi

Per avere un guadagno con i Bitcoin esistono due strade:


1°) Investire il proprio denaro, affidandosi a piattaforme come Kraken, sperando che il valore della criptomoneta continui a salire;


2° ) Trasformarsi in miner: dotandosi di hardware e software apposito che risolvono informaticamente complesse equazioni crittografate consentendo di ottenere in cambio un determinato numero di bitcoin.

Anche in quest’ultima soluzione si tratta di un investimento: dotarsi di apparecchiatura idonee è infatti costoso ; le speranze di guadagnare sono legate alla possibilità che i bitcoin minati salgano ulteriormente di valore.

CHE COS’È IL MINING

Il mining è il processo con il quale si aggiungono le informazioni relative alle transazioni in bitcoin (i cosiddetti blocchi) al registro pubblico e distribuito della blockchain. Affinché un blocco possa essere aggiunto alla catena, è necessario che un computer scopra un particolare codice, che può essere individuato solo a furia di tentativi. Quando il codice viene trovato, il miner responsabile conquista 12,5 bitcoin. Al cambio attuale, equivalgono a quasi 200 mila euro, ma questo non significa che vi basterà riuscire a risolvere l’equazione una volta per conquistare l’intero bottino (per ragioni che spiegheremo più avanti).

COME SCEGLIERE L’HARDWARE

Per minare bitcoin non è sufficiente un normale computer: nemmeno i migliori in circolazione sono dotati della necessaria potenza di calcolo. Tra i parametri da considerare, il più importante è l’hash rate del vostro computer; ovvero l’unità di misura della potenza di elaborazione della rete Bitcoin. In parole più semplici, il numero di calcoli che il vostro hardware può compiere ogni secondo. Più operazioni potete compiere, maggiore sarà la probabilità di sconfiggere l’agguerrita concorrenza e risolvere per primi l’equazione che sblocca i bitcoin.

Per decidere quale hardware acquistare è però necessario prendere in considerazione il consumo energetico che il mining comporta; maggiore è la potenza dei vostri strumenti, maggiore sarà la bolletta. Sul web esistono dei calcolatori che vi aiuteranno a capire qual è la scelta migliore per voi.

Vista la difficoltà crescente, per minare bitcoin è necessario come minimo dotarsi di una GPU (graphical processing unit). Una delle più popolari è la GTX 1070 di Nvidia, che ha un alto hash rate e un consumo relativamente basso; l’investimento però è importante: circa 500 euro. Il prezzo sale ancora se si considera che molti montano su un computer tre o addirittura sei GPU, in modo da aumentare la potenza di calcolo a disposizione.

Un’alternativa interessante è quella di comprare i sistemi costruiti appositamente per minare bitcoin: i cosiddetti ASIC (Application Specific Integrated Circuit), che offrono un enorme hash rate a fronte di un consumo energetico più basso. I prezzi, però, arrivano anche a svariate migliaia di euro (com’è il caso di Antminer S9).

COME SCEGLIERE IL SOFTWARE

Una volta acquistata la necessaria apparecchiatura, è il momento di scegliere il software migliore per il mining: vale a dire il programma che istruisce l’hardware sul compito che deve svolgere. Alcuni ASIC vengono venduti già interamente preconfigurati; se invece non è il vostro caso o usate metodi diversi, potete scegliere quale programma scaricare tra Bitcoin Miner (il più facile da usare), CGMiner (che supporta molteplici GPU al lavoro), BFG Miner (progettato per le ASIC) e tanti altri. Ovviamente, dovrete anche scaricare un client che vi colleghi al network dei bitcoin: il migliore è probabilmente il BitCore client ufficiale.

COSA SONO I MINING POOL?

Adesso che avete tutto ciò che vi serve, non resta che rispondere alla domanda più importante: volete minare in solitaria o iscrivervi a uno dei vari gruppi che uniscono le forze per avere maggiore possibilità di avere successo? La differenza è semplice: se decidete di minare per conto vostro, potreste non risolvere mai nemmeno un’equazione; se però riusciste nell’impresa, il bottino conquistato sarebbe di quelli importanti. Viceversa, iscriversi a un gruppo (i cosiddetti mining pool) significa unire le forze in enormi consorzi e dividere i guadagni. Potreste quindi avere un flusso di entrate costante, ma troppo basso rispetto alle spese da sostenere. Inoltre, molti pool trattengono una percentuale sui guadagni che va dall’1 al 10%. La maggior parte di questi gruppi ha base in Cina (come AntPool, F2Pool o BTCC), ma ce ne sono molti anche in Europa che sono caldamente consigliati ai neofiti (per questioni di lingua, semplicità e affidabilità); tra questi, uno dei più noti è Slush Pool.

A questo punto, non vi resta che incrociare le dita e sperare di avere successo, ricordando sempre che i Bitcoin sono soggetti a estrema volatilità (così come il prezzo è salito alle stelle negli ultimi mesi, potrebbe crollare nei prossimi) e che è buona norma non investire mai più di quanto siete disposti a perdere.


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