L’OROLOGIO DELLE DONNE
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- 28 apr 2018
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Io le ho viste le donne scivolare malamente e progressivamente con il loro femminismo. Sono stato un testimone privilegiato di questa vicenda, data la mia ultra decennale militanza politica e culturale di base. E mi spiace moltissimo, perché a pagare il prezzo siamo tutti quanti, ma sopratutto loro, le donne!
Si sono fregate con le loro mani; e se fosse stato solo così! Ma ci hanno tirato dentro tutta la società, e noi maschi sempliciotti, veri allocchi col cervello posizionato sotto la cintura e che ora sono più che mai confusi e frignanti.
Adesso è tardi, il danno è fatto.
Possibile che nessuno si è accorto di quello che stava succedendo? Tutti quanti, uomini e donne, presi dall’ansia di una mal intesa libertà hanno combinato un gran casino.
Hanno preso il modello più facile che è quello “stronzo – maschilista” e lo hanno esteso a obbiettivo comune. Parità fra i sessi: grande cazzata!
Il punto dei rapporti tra uomini e donne è sempre girato attorno al sesso, per cui le restrizioni, le prepotenze fatte subire alla donna erano e sono, legate alla garanzia della certezza della discendenza, cioè quella di non far fare al maschio la fine del cuculo o del cornuto, così che tutto il patrimonio finisca al figlio del padre e non al figlio del lattaio.

Detto questo, cioè preso atto delle ingiustizie da raddrizzare, il femminismo è poi andato per la strada sbagliata.
La rivoluzione industriale ha scaldato l’ambiente e poi sollevato il problema.
Le rivendicazioni femministe avevano solide basi, grandi ed evidenti le ingiustizie, le limitazioni, le violenze che le donne subivano, era vergognoso!
“Finche la donna non avrà il controllo della propria sessualità anche in termini di concepimento la sua liberazione non sarà completa”
Sembrava una verità evidente, ma non lo era affatto!
Lo affermava Margaret Sanders che nel 1903 negli USA aveva aperto una clinica per la pianificazione familiare e distribuiva libretti informativi sull’argomento.
La clinica venne chiusa dalle autorità, e lei la chiusero in carcere per 30 giorni. Dopo di che la nostra Margaret si mise in società con una miliardaria che aveva un castello in Svizzera, Mc Cormac si chiamava, che contrabbandava in USA diaframmi vaginali nascosti fra le sue pellicce.
Fin qui tutto bene, o così sembrava, ma questa sicurezza si portava dentro un virus nascosto e formidabile.
La spinta a riappropriarsi della propria sessualità è legata anche alle rivendicazioni politiche, come quella del voto,o a quella della parità di trattamento salariale, o per l’accesso alle carriere, cose queste connesse e necessarie all’affermarsi della rivoluzione industriale.
La storia del femminismo la do per scontata, qui invece parliamo soprattutto di sesso riguardo al quale le cose cambiano improvvisamente, perché c’è una svolta che ha due facce.
Gli studi degli anni ’30 del dottor Pincus sugli ormoni ovarici porta la novità di base.
Sempre la vedova Stanley Mc Cormac stanzia due miliardi di dollari per completare gli studi e l’esperimento su 67 donne ad Haiti e Puerto Rico ha pieno successo: con i progestinico si evita l’ovulazione.
La pillola contraccettiva è posta in commercio nel 1957 e nel ’64 una coppia su due in America la usava.
E’ una vera rivoluzione sessuale perché stacca, distingue, il rapporto sessuale dal concepimento: la donna può avere lo stesso comportamento sessuale dell’uomo.
L’efficacia è del 98%, mentre tutti gli altri metodi contraccettivi sono molto più aleatori.
Ma , e siamo arrivati al dunque, i mutamenti di comportamento sociale sono profondi, la pillola orienta verso una liberazione sessuale femminile di tipo maschile, cioè come quella dell’uomo e non come è nella realtà, cioè verso una sessualità femminile più autentica.
Questa contraddizione alla fine farà della donna la vera vittima, nel senso che la sua sessualità è molto più legata al suo orologio biologico, che con la pillola viene infranto.
Mentre il comportamento sessuale del maschio è indirizzato a una forma di libertà, cioè tende ad essere promiscuo, invece nella donna, specie nella giovane donna, no!
La sessualità della donna è portata a un rapporto sessuale carico di molto affetto e orientato al concepimento in giovane età, non alla promiscuità.
Invece la situazione creata dalla pillola la costringe a una vita intimamente più difficile.
Non si tratta solo di provvidenze economiche, di assistenza, anche se queste cose contano, si tratta delle condizioni generali dei rapporti sociali che rendono molto più difficile per la giovane donna trovare un partner in quell’età giovanile che le dia l’affetto di cui necessita per un concepimento sereno, come richiede il suo orologio biologico.
Attenzione! Perché le conseguenze sono gravi!
Il pensiero tradizione cade a pezzi perché la donna non è più giudicata dal suo comportamento sessuale, e questo è bene, inoltre, e di conseguenza, diviene anche nella pratica persona in senso totale, e questa è un’altra cosa buona per la gran parte. Ma cambia il modo di vedere e di vivere la maternità, la famiglia, la vita, è un cambiamento che solo parzialmente va verso quello naturale, perché al contrario spesso tende ad allontanarla dal suo orologio biologico.
Io sospendo il giudizio, ma osservo che adesso nessuno dei due, né uomo né donna, è più, per così dire, padrone in casa propria!
La donna vive in modo distorto una parte fondamentale della sua natura.
Ha acquisito una libertà di scelta, questo è innegabile, ma solo nella direzione della promiscuità , cioè ha maggiore possibilità di assumere comportamenti più maschili, non altro, cioè meno in linea con la sua natura, e il disagio è profondo.
Al tempo stesso l’uomo ha di fronte una persona completamente affrancata, cioè una donna profondamente diversa,che appare più libera, libera da quella diversità che la faceva sembrare debole, ma che nel profondo rappresentava per lui, la parte più affascinante della diversità.
Mentre l’uomo, in linea col suo orologio mentale non può più sviluppare completamente il ruolo di forte amorevole protettore della nidiata, sicuro degli applausi femminili.
La storia ci dice che l’uomo, per la gran parte, muore durante la sua cinquantina se lasciato alla natura. Le donne invece vivono più a lungo, come ognuno ha potuto constatare vistando qualsiasi ospizio.
Non importa che la medicina e il cibo migliore abbiano spostato avanti l’età media, o meglio, importa perché questo rende ancor più crudele il risultato esistenziale indotto dal cambiamento.
Attraverso il combinato disposto delle due grandi novità, cioè dell’avvento della pillola e dell’ aumento della vita media, sono cambiati i riferimenti, per cui l’uomo tocca con mano e per più tempo la sua funzione transitoria di fecondatore presto superfluo, mentre la donna vive molto più a lungo la disperata ricerca del tempo perduto o mancato, costringendosi ad amare quello che ha nel piatto, attraverso l’invenzione di mille paranoici autoinganni.
Insomma una vita molto più chiaramente difficile.
Adesso tutto è molto più complicato e più crudele di prima, sebbene più dignitoso!
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