top of page

Lu pollù cusutu 'n culu

  • Immagine del redattore: #
    #
  • 2 lug 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Traduzione (Il pollo cucito dalla parte dove i glutei si uniscono alle cosce )






UAGLIU’:Ne Gigino,n Chiara nun te conoscono


Ripartendo a viaggiare per le cucine, nella bella penisola Italica, precisamente sulla sponda del lago prediletto del Manzoni, nel ramo dove si accese la luce; trascinandomi mestoli e pentoloni, mi trovai al cospetto di un rappresentante del Maschio, (Peppino Spacca Napoli, il pizzaiolo) sempre sull’onda altalenante del mare, che strano tipo! Proprio strano, un vero conta… (che avete capito lo signori, non un contapalle, ma un contastorie), oppure adesso con un buon bicchiere di vino e la mente offuscata, forse era alla rovescia, mah sì va bene anche così.

Berta filava… e Peppino si vantava…

Si sbrodolava di pummarola, come un bebè quando ingurgita il latte poppato, mentre la mamma gli pulisce la bocca, beandosi della sua prodezza “CUL IN ARIA”, (scusate CULINARIA) data in brunch (pranzo) ai migliori rappresentanti di credenze (non del mobilio), della zona.

Per farla breve, senza eccedere alla descrizione, ci ponemmo a tavola e chi più ne sapeva più le diceva, rimedi alle problematiche dell’appetito. Praticamente solo ed esclusivamente lui.

Peppino, “l’indigeno” postosi al cospetto incominciò a bere un bicchiere, e poi un altro, fino a quando ci prese gusto, svuotando la dama e lasciandomi all’asciutto, acclarando a tutti gli avventori, che lo avrebbe fatto appositamente; sorrisi e gli dissi che il tempo, a breve, mi avrebbe dato ragione, mi sarei comportato di conseguenza, prendendo dei piccoli interessi.

Dopo la bevuta, lui pensò, di offrirmi il pranzo, e con sua sorpresa accettai.

Portarono a ordine suo il famoso “Pollo cusutu ‘n culu”, ovvero spiego meglio il pollo veniva eviscerato e riempito con un composto misto di carni e verdure amalgamate con uova formaggio grattugiato, latte e pangrattato, a modo di polpettone, naturalmente cucito nella parte estrema con un peperoncino piccante come tappo , poi passato al forno con contorno di patate novelle.

Di lì a po’ fu pronto e lo portarono in tavola.

Ottimo,

dissi:

Era ciò che desideravo;

Mentre mi avvicinavo il piatto, lui sogghignando, mi fermò il braccio;

mi disse:

Incomincia a mangiare come e quello che tu vuoi.

Alla fine per darmi soddisfazione, farò a te quello che fai al pollo.

Lo guardai, mi soffermai e gli chiesi:

Proprio, ma proprio tutto quello che gli faccio al cucinato?

e lui col capo annuì:

Allora girai il piatto col volatile dalla parte dove i glutei si uniscono alle cosce e incominciai infilando un dito, nella fenditura, asportare il ripieno, gustandolo profondamente, elogiando ed onorando la cucina che lo aveva preparato.

Terminata la degustazione, avendo asportato tutto il ripieno, lasciano il “gallo domesticus” o “sinae” dopo una mezzora abbondante; mi alzai dallo scranno, mi girai, col mio grande lato b verso la di lui faccia e nell’allentare la cinta, per abbassare i pantaloni ponendogli la parte dove avrebbe dovuto operare come da esplicita richiesta (echeggiò per la sala un assordante soffio d’aria, che lo spettinò, questa faceva parte degl’interessi),

dissi:

Prego accomodati, fai pure.

Alla fine egli si fermò…

pensò… (in quel momento ebbe un barlume tardivo di lucidità) che fosse meglio, se avesse nel suo anfratto un bel peperoncino piccante, che fare quello che aveva maldestramente progettato.

Morale:

Al fine aspettati ciò che hai riservato per i tuoi avversari.

Alla salute e buon pro vi faccia.

Alla prossima specialità.

Comments


ISCRIVITI E RIMANI SEMPRE IN CONTATTO CON NOI !

Non perderti tutti gli aggiornamenti e i nuovi Post !

bottom of page