top of page

Novelline L’ITALA (1949) (quarta elementare) Ricordi da adolescente

  • Immagine del redattore: #
    #
  • 21 mag 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Il lavatoio di Cernobbio era di proprietà comunale. Una casetta a due piani.

A piano terra, in una grande sala tutta aperta, c’erano le vasche per le lavandaie, e anche una grande vasca per risciacquare i panni.

Le donne sempre meno usavano il lavatoio, perché sempre più avevano la lavatrice a casa, così quelle che ancora andavano lì a fare il bucato erano una mezza rarità.

Il lavatoio era diventato un posto quasi deserto, fresco d’estate e gelido d’inverno, l’acqua scrosciava e correva nelle vasche continuamente, tutto era in ombra quasi nascosto, e così noi ragazzini, ci mettevamo le anguille a “purgare”.

Catturavamo le anguille nella Roggia Molinara che ne era piena, perché la roggia era carica di cellulosa degli scarichi delle cartiere, e quello era il loro strano pasto.

Le prendevamo con dei grandi retini da pesca e poi tutte al lavatoio perchè erano davvero inquinate di brutto.

Infatti la cellulosa era colorata, dello stesso colore della carta che la cartiera stava preparando: rossa, gialla, bianca o verdina. E le anguille anche loro prendevano lo stesso colore: rosse, verdine, e qualcuna era persino carina a vedersi.

Poi le anguille le davamo tutte all’Itala che abitava (gratis) sopra il lavatoio.

L’Itala era povera e di mestiere faceva la puttana a basso prezzo. La ricordo che avrà avuto sui 60 anni, magra, scura con un’aria decisa ed aggressiva. Viveva lì da sempre, sopra il lavatoio del Comune, dimenticata e lontana dal mondo.

Le anguille l’Itala le lasciava lì a purgarsi nelle vasche fin che non riprendevano il colore giusto, e poi se le cucinava.

A volte, quando ne prendevamo davvero tante lei ne vendeva qualcuna. In cambio delle anguille ci dava dei “Buoni” , esempio: un Kilo di anguille un buono, 4 kili 5 buoni. Ogni buono era firmato da lei e dava diritto a una scopata, ma siccome eravamo troppo piccoli per riscuotere, dovevamo presentarci dopo aver compiuto i 14 anni ma con la carta d’identità firmata dal comune.

Ce li ho ancora oggi quei buoni e non li ho mai potuti riscuotere, il Poldo invece sì, quello stronzo!!

Ci provai anche io a riscuotere come aveva fatto lui, ma niente!

Lui, il Poldo, era andato al Dopolavoro e li aveva venduti a mazzetti di 5 o 6 agli amici di suo fratello più grandi. Io, che non sapevo come fare non avendo fratelli, cercai di venderli a mio papà che quando gli spiegai bene cos’erano, fece due occhi grandi così, e poi mi diede due sberle che mi fecero venir giù il sangue da naso.


Comments


ISCRIVITI E RIMANI SEMPRE IN CONTATTO CON NOI !

Non perderti tutti gli aggiornamenti e i nuovi Post !

bottom of page