Ricordi 1956 - BIANCO COME IL LATTE – … senza zoccole
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- 2 giu 2018
- Tempo di lettura: 4 min

IL torrente La Breggia si butta nel lago di Como con un grande estuario di ghiaia e sassi, e quando va in secca lascia in giro tutte le porcherie che la corrente trascina a valle: scatole, sterpi, vetri e bottiglie.
D’estate quel torrente è quasi sempre asciutto, e qualcuno lo usa come spiaggia per farci il bagno, ma sono pochi perchè non è un gran bel posto: unico vantaggio è che stai tranquillo, c’è silenzio, e nessuno ti rompe le balle.
Oggi è domenica, mi do all’isolamento, decido di andarci perchè fa davvero caldo e voglio rinfrescarmi, ma appena arrivo capisco che non è stata una buona idea: è davvero un posto squallido!
Sassi, erbacce, pezzi di vetro, “tolle” arrugginite, stracci e altre porcherie, perfino la carogna puzzolente di un gatto, che mostra i suoi dentini aguzzi in un sorriso sardonico e disperato.
Più avanti, verso il lago se ne sta immobile e sbracata una grande scavatrice che durante la settimana carica con enormi cucchiaiate la sabbia del torrente su grandi autocarri che poi se ne vanno chissà dove a incementare il mondo.
Sto a disagio in mezzo a tutta 'sta spazzatura, avevo anche dimenticato a casa le zoccole, invece avrei dovuto portarle, perché camminare là in mezzo era una pena, e anche pericoloso, ché se ti tagli un piede ti viene il tetano di sicuro.
Comunque un bagnetto rinfrescante lo voglio fare, l’acqua è scura ma pulita e fresca. Così entro nel lago pian piano, ma prima devo camminare per un 50 metri, la spiaggia degrada lentamente, e il dolore ai piedi è continuo, rischio di tagliarmi e penso sempre che poi mi verrà il tetano.
Sono solo nel grande delta, e c’è silenzio … Ma non è proprio vero! C’è anche un altro, sicuramente anche lui pentito di essere venuto.
E’ un giovane con un costume nero come il mio, la pelle bianca come il latte, come la mia, che adesso si guarda intorno incerto e forse coi piedi doloranti, come i miei.
Io proseguo. Ancora qualche passo doloroso e poi mi butto in acqua. Adesso mi rinfresco, e mi sento subito meglio, sguazzo e faccio qualche bracciata, e dopo un altro paio di minuti esco e ritorno lentamente verso i vestiti che avevo ammucchiato.
Ho portato un asciugamano troppo piccolo, così mentre mi tolgo il costume e mi asciugo le palle vedo quell'altro bianco come il latte, distante una cinquantina di metri, che ancora si avvia verso il lago incerto e zoppicante con l’acqua alle ginocchia … Riprendo ad asciugarmi … Poi torno ad alzare gli occhi ma lui è scomparso … prima era vicino alla grande scavatrice, adesso è sparito.
Mi viene il sospetto che sia caduto in uno dei buchi pieni d’acqua che la scavatrice fa prelevando la sabbia. E’ solo un pensiero … E riprendo ad asciugarmi, ma continuo a cercarlo con gli occhi, e a guardare in giro mentre mi asciugo solitario e nudo come una rana.

<Ma dove cazzo è finito?> mi vado chiedendo!
Se è caduto in una buca …. ? .. deve però riemergere in ogni caso. Perché se non sa nuotare, sono cazzi ….! Mi dico un po’ allarmato.
Eccolo, è emerso … vedo la testa, agita le braccia, si sbatte, boforchia e tossisce, ha bevuto … <Ma allora 'sto stronzo non sa nuotare per davvero!>.
Spontaneamente scatto verso di lui ma il dolore ai piedi mi blocca, ci volevano le zoccole, mi incammino … Kazzo che male! … Lui è nuovamente sparito sott’acqua e io sono ancora lontano.
Dicono che prima di affogare riemergano tre volte, per cui se ce la faccio ad arrivare in tempo lo prendo per i capelli alla terza .
Una barca passa a una cinquantina di metri, grido agitando le mani e quella si avvicina, ci sono a bordo due coppie di giovani, e quando una ragazza mi vede sbracciare e gridare così tutto nudo, facendo gesti e gridando: “Vieni qui, dai!... Vieni!”, lei fraintende, fa la faccia da stronza, dice qualcosa al rematore che inverte la rotta e se ne va.
E proprio allora quello bianco come il latte riemerge con un altro gridolino strozzato … faccio ancora tre passi verso di lui, mentre quello ritorna sotto come un piombo.
Sono ormai vicino, l’acqua è scura, lì davanti adesso c’è la pozza della scavatrice lo so, sono sicuro anche se non vedo bene, lì l’acqua mi arriva già alle cosce, sono sull’orlo della buca, se riemerge lo prendo, o lui prende me ?... Kazzo che faccio ?.
Noi del lago lo sappiamo tutti che a chi annega gli viene una forza bestiale, per cui bisogna tramortirlo a pugni o a bastonate per tirarlo fuori, se no ti tira sotto … a morire con lui!
Dovrei tuffarmi e andarlo a prendere ma aspetto che riemerga.
Aspetto teso, indeciso ma poi mica tanto, adesso sono deciso sopratutto a non morire io … con lui !
Quando i pompieri lo recuperarono, era bianco come il latte.
Lo guardavo steso su telo dei pompieri e pensavo cercando darmi un tono cinico e sarcastico : <Sei morto, per mancanza di zoccole …. Poveretto! Roba da non credere, con tutte le zoccole che girano in giro!...>
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