SCHIZZI STORICI (il prosieguo)
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- 5 lug 2018
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Schizzo 434
La complessità di governare il mondo(4)
“Il nodo dell’estremo oriente” (2)
Può apparire strano al lettore l’affermazione del capitolo precedente riguardante la Corea, e cioè attinente la possibilità concreta di una unificazione delle due coree in chiave autonoma, simile al processo che ha unificato le due Germanie .
(Paradossalmente l’unificazione delle due Coree era un obbiettivo perseguito dagli USA da molto tempo, ma voleva farlo in chiave sudista, cioè occidentale, vale a dire : catturare Pyongyang nella rete anti cinese e anti russa e non certo erigerla a potenza prevalente nell’area, per di più dotata di ordigni nucleari.
Vista così è ancor più evidente la debacle USA!)
Strana vicenda quella della unificazione coreana, ma non molto se si guarda al pesantissimo risentimento che nutre l’opinione pubblica delle due coree nei confronti del Giappone, parzialmente esteso agli USA.
La Corea tutta, è stata occupata dal Giappone nel 1910, e anche prima era sottoposta a una specie di protettorato nipponico.
Immediatamente Tokio ha varato un piano di giapponesizzazione capillare di tutta la penisola che già nel 1919 ha provocato sollevazioni popolari, pesantemente represse nel sangue.
Lingua, cultura, scuole, storia e tradizioni coreane vennero messe da parte per far posto a una progressiva assimilazione della lingua e della cultura Giapponese, ma soprattutto, condizionando ogni sviluppo economico e sociale coreano alle mire aggressive giapponesi verso la Manciuria e in vista di un successivo attacco in profondità e conquista della Cina negli anni ‘30.
Dopo il 1941, durante la seconda guerra, la stretta già ferrea, si fece feroce.
Già da tempo era vietato il coreano negli uffici pubblici, poi con la guerra, le persone furono obbligate e cambiare nome e cognome traducendoli in giapponese, nelle scuole elementari si doveva parlare solo giapponese, 600 mila coreani furono di fatto deportati nelle miniere giapponesi in condizioni miserevoli, dalle 60 mila a 200 mila donne coreane furono usate come “donne di conforto” per i soldati giapponesi, un numero molto alto (sconosciuto ma superiore al milione) furono obbligati ad arruolarsi nell’esercito giapponese, e altre mille prepotenze furono inflitte al popolo coreano quale fosse una razza inferiore.
Queste le cose maggiori, ma mille e capillari furono le umiliazioni che i giapponesi inflissero ai coreani.
Questa è il base di autentico odio che il popolo coreano ha accumulato alla fine del 1945 contro il Giappone e che non dimentica affatto. (nemmeno parzialmente, come vedremo).
Nel anni dal ’77 all’82, si disse che agenti della Corea del nord avessero rapito una dozzina di giapponesi.
La vicenda appare subito strana ed oscura.
Sembrava difficile dare un senso alla cosa.
Dapprima c’è la negazione dei fatti da parte di , poi, Pyongyang col passare degli anni arrivano delle parziali ammissioni, mentre il lavoro diplomatico giapponese continua febbrile, perchè la vicenda è vissuta in Giappone come una offesa intollerabile, a cui nel nord (e non solo) , si contrappone come elemento di polemica e propaganda, la vicenda della donne conforto.
(reclutate con la forza dai giapponesi in tutta la penisola Coreana)
A parziale spiegazione si disse che i servizi di P. necessitavano di traduttori, si parlò anche di un semplice dileggio nazionale contro il Giappone.
Poi vennero restituite (2004) delle salme dei rapiti, ma il dna non corrispondeva, e prima ancora alcuni dei rapiti furono liberati, ma con l’obbligo di ritornare perché il regime di P. teneva in ostagio le famiglie che nel frattempo i rapiti si erano fatte al nord Corea.
La vicenda comincia oggi a mostrare un senso solo se la si guarda sulla grande distanza.
In questi decenni passati, fiumi di inchiostro sono stati versati sui quei rapimenti, e hanno contribuito,oltre che a denigrare il regime del nord, anche a tenere collegate l’opinione pubblica della due coree contro il nemico storico comune e a ravvivare continuamente il ricordo delle terribili vicende storiche in odio al Giappone.
La vicenda appare costruita coscientemente in chiave propagandistica, ed è un esempio di terribile, raffinata perfidia orientale, perfettamente pianificata contro l’oblio storico suscitato dai delitti giapponesi a suo tempo commessi.
2018 : Colpo di scena!
Oggi la foto che ritrae i due presidenti Kim e Moon che si tengono per mano e scavalcano il 38° parallelo ha fatto cento volte il giro del mondo, e continua a farlo. Le due squadre coreane di pallavolo alle olimpiadi sfilano sotto un’unica bandiera coreana, sono questi due messaggi che per gli Stati Uniti suonano come una campana a morto di una politica estera perseguita per 70 anni, oggi morta e sepolta.
Ma non basta, all’eventuale danno strategico si aggiunge la beffa.
Perché nel caso che si arrivi a un trattato di pace tra le due coree, il Giappone dovrà pagare un salatissimo conto per danni di guerra che il Nord ha già presentato da tempo, esattamente come quello che il Giappone ha già pagato alla Corea del Sud nel 1965.
Da ultimo ma non certo per ultimo, sempre se si arrivasse a un trattato di pace tra le due coree, essendo l’occupazione occidentale fatta sotto la bandiera dell’ONU, il passo immediatamente successivo al trattato di pace sarebbe quello di un definitivo allontanamento dell’esercito USA dalla penisola. ( cioè gli USA raccolgono scorno su scorno)
Adesso gli USA stanno affannosamente cercando di ridefinire la propria strategia propagandistica, per cercare di nascondere questa bruciante sconfitta che, come a domino, sta facendo cadere a pezzi la vecchia strategia e mettendo le ali ai piedi a dinamiche regionali, e a problematiche sopite da lungo tempo e a progetti da decenni chiusi nei cassetti.
La prima di queste dinamiche riguarda il Giappone, dove sta prendendo velocità un’autentica rivoluzione silenziosa di cui parleremo tra poco.
Sempre ricordo che l’obbiettivo strategico degli USA è il contenimento della Cina.
Continua alla prossima
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