TRE E MEZZA
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- 28 apr 2018
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L'unica volta che non era ubriaco, la gente del paese gli cambiò il soprannome. Usava nei paesi della provincia profonda, dove tutti si conoscevano, individuare “is de cujus agitur” con un secondo nome di un significato tra l'irreverente e il simpatico: un soprannome.
L'attinenza della allocuzione latina d'uso notarile mi evoca la storia dell'unico falegname del paese che costruiva le casse da morto per tutti i “de cujus”.
Si chiamava Carlo ed era completamente sordo. Quando lasciava la bottega, grembiule arrotolato sulla cintura dei calzoni e metro in mano, per prendere le misure dei morti e costruirne la cassa, i ragazzini lo pedinavano e ridevano della sua sordità che Carlo manifestava suscitandone ilarità e sberleffi.
Infatti gridava in dialetto e ad alta voce: “Carlo ? Oh! Carlo? Oh! Lo vedi che ci sento. Mia moglie continua a dirmi che sono sordo, è sorda lei, non io!”.
Il falegname aveva una unica figlia che voleva dare in moglie, ma la fila dei molti pretendenti era via via scemata perché, col passare degli anni, lei, seppur rimanendo carina, assumeva sempre più le sembianze della classica zitella. Si era diffusa fra la gente la intuizione maligna che lei si rifiutasse ai vari fidanzati in prova, non tanto per salvare la sua verginità, quanto per il fatto di non volere figli.
Ma quando la menopausa le tolse il cruccio latente, finalmente l'attempata signorina si concesse in moglie all'ultimo pretendente che da anni le spasimava dietro senza essere ricambiato. Era il sindaco di un paese vicino con la testa grossa come una anguria, brutto e goffo, ma era rimasto l'unico che alla fine la portò all'altare. Ci arrivò nubile e lo lasciò non sposata.
Il curato rinunciò ad officiare quel suo ministero per colpa del Tre e Mezza.
Il Tre e Mezza era un bergamasco venuto dalla Val Taleggio. Era rimasto vedovo e viveva con l'unica figlia in una casa modesta. Di mestiere, manovale edile, era un gran lavoratore, uno di quelli che sbranavano metri cubi di sabbia e ghiaia tutto il giorno instancabilmente.
La gente si chiedeva dove trovasse tutta quella forza. Lui la trovava sul pavimento, di fianco al frigorifero, nel bottiglione del vino, non appena richiudeva l'uscio di casa.
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